Basta chiamate “noiose” dai call center, arriva lo scudo

Le chiamate degli operatori del telemarketing sono ormai una “scocciatura” a cui quasi tutti noi siamo abituati. Ma non per questo siamo contenti: anche bloccando i numeri frequenti, queste chiamate sono spesso inopportune o insistenti. Potrebbe esserci la parola fine a questo fenomeno: l’Autorità garante della Privacy sta elaborando un codice di condotta per gli operatori del telemarketing. Uno strumento che andrà a sommarsi al Registro pubblico delle opposizioni, che entrerà in vigore il 27 luglio 2022 e che ha come scopo quello di indicare agli operatori telefonici il recapito di chi ha espresso la volontà di non essere più contattato telefonicamente per ricevere proposte di telemarketing, come riporta laleggepertutti.it.

Le aziende del settore riunite intorno a un tavolo

I rappresentanti delle maggiori aziende commerciali che usano il telemarketing per promuovere i loro prodotti o servizi, così come le società che si occupano di banche dati dei contatti e le associazioni dei consumatori si sono trovati intorno a un tavolo di lavoro virtuale per definire le modalità. Insieme hanno  deciso di costituire un codice di condotta das ottoporre al Garante per l’approvazione, al fine di tutelare tutte le parti in causa e mettere in luce gli operatori che non rispettano le regole del gioco. I lavori di stesura partiranno prendendo spunto da linee guida che già alcuni operatori utilizzano e, naturalmente, dalle regole dettate dall’Autorità garante della Privacy negli ultimi anni, sempre più specifiche e puntuali.

Lo scopo dell’accordo

Come riferisce Adnkronos, l’obiettivo di questa intesa è quello di stabilire regole uniche e uguali per tutti da rispettare (per gli operatori) e far rispettare (per gli utenti),andando a regolamentare anche gli operatori irregolari. Questi, infatti, operando al di fuori dalla legalità, non rispettano le norme in vigore penalizzando l’intera categoria e andando a esasperare chi riceve telefonate incontrollate e moleste. Ad esempio, per quanto riguarda il Registro delle opposizioni, così come è concepito potrebbe non riuscire a contrastare gli operatori illegali poiché non sono iscritti al Registro degli operatori di comunicazione. Tra i testi che verranno utilizzati come base da cui partire per stilare il Codice di condotta ci sono quelli già utilizzati dall’associazione nazionale dei business process outsourcer (Assocontact) e dall’osservatorio imprese e consumatori (Oic). Secondo quanto spiegato dal presidente di Assocontact, Lelio Borgherese, che già dal 2016 applica un codice di autoregolamentazione, la redazione del Codice di condotta con il coinvolgimento delle aziende committenti, voluto dal Garante, è la strada giusta per coordinare l’azione di tutti gli stakeholder e mettere fuori gioco chi viola le regole.