Più del 20% dei lavoratori ha paura di perdere il lavoro

Fra Covid, incertezza economica e timore della disoccupazione più del 20% dei lavoratori dipendenti italiani teme di perdere il lavoro. Non è tutto, il 61% di loro pensa che se troverebbe una nuova occupazione sarebbe con stipendio e qualifica più bassi, mentre chi è già disoccupato impiega in media 8-9 mesi per trovare un nuovo lavoro. Sono i dati del primo report di #FragilItalia, l’osservatorio di AreaStudi Legacoop nato dalla collaborazione con Ipsos e Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Attraverso lo strumento dell’indagine di opinione e del ricorso ai più recenti e affidabili dati disponibili, il report intende monitorare l’evoluzione dei principali fenomeni sociali ed economici che segnano questa fase della storia italiana.

Il 18% teme che l’azienda in cui lavora sia costretta a chiudere

“La situazione di incertezza sui tempi e sulle modalità della ripresa economica, legata al persistere dell’emergenza sanitaria, trova conferma nelle preoccupazioni dei lavoratori dipendenti circa la possibilità di conservare il proprio posto di lavoro, la difficoltà di ritrovare una nuova occupazione in tempi ragionevoli e che mantenga invariate qualifica e retribuzione”, commentano degli analisti. Il 23% del campione del sondaggio ritiene infatti probabile di perdere il posto di lavoro e il 18% che l’azienda in cui lavora sia costretta a chiudere.

Il colpo più pesante della crisi è già ricaduto sull’Italia più fragile

Come evidenzia il report, sono le categorie più svantaggiate, oltre ai giovani e le donne a sentirsi più a rischio di altri. Infatti, rispetto al dato medio di chi teme di perdere il lavoro, le categorie che più avvertono questo rischio sono il ceto popolare (46%), gli under 30 (31%), e le donne (27%). Parallelamente, a fronte del 18% che complessivamente lega questa probabilità alla chiusura della propria azienda, il ceto popolare registra un 43% e le regioni del Sud e insulari il 23%. Insomma, “Il colpo più pesante della crisi è già ricaduto sull’Italia più fragile”.

Il timore principale nella ricerca di una nuova occupazione è l’età avanzata 

In caso di perdita del posto di lavoro o di chiusura dell’azienda, l’80% (89% di chi vive nel Nord Ovest, 88% nel Nord Est e nella fascia di età 31-50 anni) cercherebbe nuovamente lavoro come dipendente (il 47% nello stesso settore, il 32% in un settore diverso), mentre il 12% sarebbe propenso ad avviare un’attività imprenditoriale (17% per il ceto popolare, 16% nel Centro Nord) e il 9% si ritirerebbe. I principali timori nella ricerca di una nuova occupazione risultano l’età avanzata (55%), il doversi accontentare di un contratto a termine o precario (44%), dover accettare uno stipendio più basso (39%), la contrazione del mercato del lavoro (34%), e dover accettare un demansionamento (23%), riporta Adnkronos.