Sostenibilità alimentare, per gli italiani fa rima con tutela dell’ambiente

I temi della sostenibilità e dell’ecologia sono tra quelli sui quali gli italiani sono più sensibili e attenti. Tanto che 7 nostri connazionali su 10 riferiscono che per loro la sostenibilità alimentare corrisponde al rispetto dell’ambiente nella produzione del cibo. Il dato emerge dalla nuova indagine Waste Watcher International ‘Il gusto della biodiversità’, promossa con il Gruppo Unitec e Assomela su rilevazione Ipsos. 

Cosa si intende per “sostenibile”?

L’indagine ha esplorato anche quale sia il significato del termine “sostenibile” quando riferito a un prodotto alimentare. I nostri connazionali, in base al sondaggio, per il 67,7% fanno coincidere la sostenibilità con il rispetto dell’ambiente: agricoltura e industria alimentare, quindi, risultano sostenibili se operano con criteri di tutela della natura e delle sue caratteristiche di biodiversità. Il 50,1% degli italiani, 1 su 2, identifica la sostenibilità alimentare con la prevenzione degli sprechi, il 43,7% con alimenti non confezionati in imballaggi in plastica, il 37,1% con prodotti a km0 e il 36,7% con la stagionalità della loro produzione e fruizione. Un terzo esatto degli italiani, il 33,9%, dichiara che un alimento è sostenibile se la sua produzione è compatibile e rispettosa della biodiversità.

Lotta agli sprechi

Nell’ambito della sostenibilità c’è poi il vastissimo tema della prevenzione degli sprechi. I dati della nuova indagine sottolineano che la prevenzione dello spreco alimentare può giovarsi dei sistemi innovativi e di un approccio alimentare ‘smart’ nella metodologia di proposta al consumatore dell’ortofrutta: ne sono convinti in vastissima maggioranza gli italiani. Ben 9 su 10 (l’89%) ritengono sia utile suddividere frutta e verdura in base a diverse categorie di qualità, affinché ciascuna tipologia di prodotto possa essere scelta dal consumatore in base allo specifico utilizzo finale. 

Sicurezza, salute e stili di vita

“Nell’anno pandemico si sono rese più evidenti le interconnessioni a ricaduta globale del nostro tempo – ha dichiarato Andrea Segrè, che dirige l’Osservatorio Waste Watcher International – Attentare alla biodiversità danneggiando la natura ha un forte impatto sulla sicurezza alimentare e la salute umana: le scelte di produzione agricola, trasformazione alimentare, trasporto, acquisto, gestione e fruizione del cibo sono fra le principali cause dell’allarmante perdita di biodiversità e incidono sul cambiamento climatico. Ci ha colpito verificare la accresciuta sensibilità degli italiani sul tema: 7 su 10 (68%) dimostrano di saper correttamente definire la biodiversità come ‘una molteplicità di specie animali, vegetali e microorganismi’ e 4 italiani su 10 conoscono bene il collegamento fra la perdita di biodiversità e l’alterazione degli ecosistemi, con conseguenze rilevanti per l’abitabilità terrestre, come la pandemia Covid-19. Esiste, infine, uno stile alimentare che, secondo gli italiani, è più rappresentativo della biodiversità, la dieta mediterranea, secondo il 63% degli intervistati, 6 su 10”.