Un italiano su 2 non paga le tasse, ma non è un evasore

Le tasse in Italia non sono troppo alte per tutti. I dati che emergono dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 sono chiari: a farsi carico del peso dell’Irpef sono in pochi, soprattutto i contribuenti che appartengono al cosiddetto ceto medio. In pratica un italiano su due versa allo Stato una somma che non copre nemmeno la propria spesa sanitaria. E se il tema della pressione fiscale da sempre è al centro dell’attenzione lo è ora più che mai, con il dibattito su riforma Irpef e flat tax che il Governo vorrebbe estendere alle famiglie con redditi bassi già a partire dal 2020.

Partire dall’analisi dei dati, tuttavia, è fondamentale per capire quali sono le reali necessità del Paese, e quali gli aspetti su cui il Governo dovrebbe puntare l’attenzione.

Più del 40% dell’imposta la paga chi ha redditi tra 15.000 e 35.000 euro

Come evidenziano i dati pubblicati da Money.it, elaborati sulla base dell’indagine del Centro Studi Itinerari Previdenziali, sul totale del gettito Irpef, pari a 163,377 miliardi di euro, il 44,92% degli italiani ha contribuito soltanto per il 2,82%. Si tratta dei contribuenti in no-tax area e di quelli che rientrano nel primo scaglione Irpef, ovvero con redditi non superiori a 15.000 euro. Più del 40% del totale dell’imposta arriva dal 42,99% di contribuenti con redditi annui lordi compresi tra i 15.000 e i 35.000 euro, mentre il 10% degli italiani che guadagna fino a 100.000 euro contribuisce per il 38%. Un sistema fiscale amico dei più deboli, che forse sono sempre più numerosi, ma anche nemico di chi consegue redditi di importo tutt’altro che da “benestante”.

Penalizzata la classe media

Se si considerano i lavoratori dipendenti, poi, basta superare 26.600 euro lordi all’anno per perdere il bonus Renzi, ovvero, il credito Irpef erogato in busta paga con la finalità di ridurre l’importo dell’imposta sul reddito. Allo stesso modo, riporta Adnkronos, all’aumentare delle entrate economiche vengono progressivamente meno molte agevolazioni, come le detrazioni per lavoro dipendente, che si annullano una volta raggiunti i 55.000 euro di reddito. E con l’incremento di reddito (soprattutto per chi passa dai 15.000 euro ai 20.000 euro in su) aumenta a dismisura anche l’importo dell’Irpef dovuta.

Quasi metà popolazione contribuisce in misura insufficiente

Si tratta di una criticità del sistema già sottolineata in merito al regime forfettario per le partite IVA. Il problema non è solo individuale, ma ha risvolti per l’intera popolazione. Il sistema di welfare italiano è finanziato anche grazie al gettito Irpef che, da solo, riesce a coprire soltanto una piccola parte della spesa complessiva. Un sistema sociale generoso per il quale tuttavia quasi la metà della popolazione contribuisce in misura insufficiente, tenuto conto che la media pro-capite per la copertura della sola spesa sanitaria è pari a circa 1.700 euro.