Boschi italiani aumentano superficie e biomassa: in 10 anni più 587mila ettari

In 10 anni i boschi italiani hanno aumentato la loro superficie e la loro biomassa, e con queste anche la capacità di assorbire anidride carbonica. Sono aumentati infatti di quasi 587 mila ettari, pari a 290 milioni di tonnellate di CO2 sottratte all’atmosfera.  È quanto risulta dall’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio, la cui attività di monitoraggio degli ecosistemi forestali si inserisce nella realizzazione degli obiettivi strategici individuati dall’Unione Europea nell’ambito del Green Deal, che prevede il raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro l’anno 2050.

La biomassa cresce del 18,4% pari a 165,4 metri cubi a ettaro

Dalla lettura dei dati si evidenzia un aumento della superficie forestale precisamente di circa 586.925 ettari, per un valore complessivo di 11.054.458 ettari di foresta, pari al 36,7 % del territorio nazionale. La consistenza dei boschi italiani, espressa come metri cubi di biomassa è aumentata del 18,4%, e i valori a ettaro in dieci anni sono passati da 144,9 metri cubi a 165,4. Lo stock di carbonio nella biomassa epigea e nel legno morto è poi passato dai 490 milioni di tonnellate della rilevazione del 2005 a 569 milioni di tonnellate di Carbonio organico, equivalente a un valore di CO2 che passa da 1.798 milioni di tonnellate a 2.088 milioni di tonnellate. In pratica, un incremento di 290 milioni di tonnellate di CO2 stoccata e quindi sottratta all’atmosfera.

Il ruolo essenziale delle foreste nel garantire gli equilibri ambientali globali

L’anidride carbonica è il gas serra maggiormente responsabile dell’innalzamento globale delle temperature. Le foreste invece svolgono un ruolo essenziale nel garantire gli equilibri naturali e ambientali globali, e contemporaneamente, nel contribuire al soddisfacimento dei bisogni del genere umano Affinché le foreste “contino” nelle scelte e nelle strategie politiche ed economiche del Paese, bisogna prima di tutto “contare” le foreste. La sottrazione dall’atmosfera e l’immagazzinamento dei gas a effetto serra, in particolare del diossido di carbonio o anidride carbonica, è una delle funzioni più importanti riconosciute alle foreste, che in questo modo contribuiscono a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e a regolare il clima.

Un ponte insostituibile tra il mondo inorganico e quello degli esseri viventi

Le foreste, riporta Askanews, come tutto il regno vegetale rappresentano un ponte insostituibile tra il mondo inorganico e quello degli esseri viventi, e una formidabile macchina biologica che cattura carbonio dall’atmosfera, lo immagazzina nelle sue fibre e lo tiene bloccato per tempi anche molto lunghi. Un metro cubo di legno secco contiene infatti circa 260 kg di carbonio, pari a circa la metà del suo peso.