Perchè in Italia diminuiscono gli imprenditori?

L’Italia occupa il 36º posto nel mondo per quanto riguarda l’inclinazione imprenditoriale del Paese. Negli ultimi dieci anni, c’è stato un marcato declino nella propensione a avviare nuove imprese. Un vero e proprio crollo, ancora più significativo nel settore manifatturiero: nel 2023, infatti, il livello di attività imprenditoriale era pari al 60% rispetto a quello registrato nel 2010.

Questi dati emergono dal Rapporto GEM Italia 2023-2024 presentato dall’Universitas Mercatorum a Roma. All’evento hanno partecipato rappresentanti istituzionali, accademici e del mondo economico.

Cos’è il GEM?

Il GEM (Global Entrepreneurship Monitor) è diventato il principale strumento di studio dell’attività imprenditoriale a livello mondiale. L’indagine del 2023 ha coinvolto 46 paesi e oltre 100.000 individui, di cui 2.000 in Italia. Il rapporto si propone di offrire una visione dettagliata della situazione imprenditoriale italiana, identificando sfide e opportunità per promuovere un maggior dinamismo imprenditoriale.

La propensione imprenditoriale non abita (più) qui

Nonostante i segnali di ripresa registrati negli ultimi periodi, riferisce Italpress, l’Italia rimane tra i paesi con una bassa propensione imprenditoriale. In particolare, si verifica una discrepanza significativa tra la volontà di avviare nuove imprese e la loro effettiva attivazione. Fattori come la minore propensione al rischio e le difficoltà normative contribuiscono a spiegare questo gap.

Il ruolo dell’istruzione e le differenze di genere

Dai dati emerge che a una maggiore scolarizzazione corrisponda una più alta capacità imprenditoriale. Il rapporto sottolinea quindi l’importanza dell’istruzione nell’incoraggiare l’imprenditorialità, con una maggiore propensione tra i laureati. L’istituzione di programmi educativi sullo specifico tema, come il Contamination Lab, diventa quindi fondamentale.

Anche le differenze di genere influenzano l’attività imprenditoriale, con un divario più ampio in Italia rispetto ad altri paesi. Il rapporto è infatti pari al 40% nel caso delle imprese già avviate, mentre sale al 60% se si considerano le persone che stanno avviando un’attività. In linea con la maggior parte delle economie avanzate, anche in Italia i tassi di attivazione imprenditoriale sono significativamente più alti per gli uomini rispetto alle donne.

Per concludere

In conclusione, il rapporto GEM Italia offre uno sguardo approfondito sulla situazione imprenditoriale nel Paese, evidenziando la necessità di affrontare le sfide e sfruttare le opportunità per promuovere un ambiente imprenditoriale più dinamico e inclusivo.