I differenziali retributivi in Italia, il gap non è solo tra uomini e donne

Nonostante presenti un calo, il gap retributivo uomo-donna in Italia resta ampio. Ma non è l’unico nel mondo italiano del lavoro. Se nel 2014 la differenza tra gli stipendi fra uomini e donne si attestava al +8,8% nel 2017 è pari al +7,4%. Questo, per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria mediana delle donne (+2,4%) rispetto a quella degli uomini (+1%). Ma è “notevole” anche il differenziale retributivo tra i lavoratori nati in Italia e quelli nati all’estero, che secondo il rapporto Istat sui differenziali retributivi in Italia, è pari al 13,8%. Così come la retribuzione oraria mediana dei lavoratori con contratto full-time, che risulta del 19% superiore a quella dei part-time.

Il gap tra chi è nato in Italia e chi all’estero

Ordinando le posizioni lavorative secondo il valore crescente della retribuzione oraria, la mediana è il valore della retribuzione della posizione lavorativa centrale. Tale retribuzione oraria mediana fa registrare nel 2017 un aumento dell’1,7% rispetto al 2014, dello 0,4% rispetto al 2015 e dello 0,3% rispetto al 2016. Ma nel 2017 la metà delle posizioni lavorative percepiva una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro (valore mediano). La fotografia scattata dal rapporto Istat sui differenziali retributivi in Italia, mostra inoltre che la retribuzione oraria mediana dei rapporti di lavoro di dipendenti nati in Italia (che sono l’83,3% del totale) è pari a 11,53 euro, ed è superiore di 1,40 euro rispetto a quella dei lavoratori nati all’estero.

Contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno hanno una retribuzione oraria più alta

Le tipologie di lavoro più diffuse, ovvero i contratti a tempo indeterminato (pari al 65,5% dei rapporti totali) e i contratti a tempo pieno (pari al 68,3% dei rapporti totali) presentano una retribuzione oraria più alta rispetto alle altre tipologie. In particolare, la retribuzione oraria mediana dei lavoratori con contratto full-time (11,98 euro) è del 19% superiore a quella dei part-time, mentre per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato il differenziale retributivo è più alto del 17,4% rispetto a quelli a tempo determinato.

Qualifiche ad alto input e a basso input di lavoro

A livello di qualifica contrattuale, riporta Adnkronos, nel 2017 gli impiegati e i dirigenti percepiscono una retribuzione oraria mediana pari a 14,04 euro, ovvero il 65,4% in più rispetto agli apprendisti. Per gli operai, che rappresentano il 62% circa delle posizioni lavorative totali, lo stesso differenziale è pari al 23,7%.

Le posizioni lavorative con almeno 90 giornate retribuite nell’anno, definite ad alto input di lavoro, rappresentano invece il 75% circa del totale, e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,65 euro, con un differenziale retributivo del +13,5% rispetto a quelle a basso input.