Category Archives: Suggerimenti

Cerchi lavoro? Attento al tuo profilo social

I social network sono entrati prepotentemente nelle nostre vite, e non solo nell’ambito personale. Sempre di più, infatti, hanno un impatto anche sulla sfera professionale. Tanto che anche gli head hunter o i responsabili delle assunzioni hanno radicalmente trasformato le modalità di ricerca del personale, ricorrendo sempre più frequentemente a tali piattaforme per individuare potenziali candidati.

Una recente indagine condotta da The Adecco Group su un campione di circa 500 recruiter ha messo in luce l’importanza dei social media nel contesto del processo di selezione del personale. Qualche dato: il 51% dei recruiter ha ammesso di aver subito un’incidenza negativa nel processo di reclutamento dopo aver esaminato i profili social dei candidati. L’indicazione è chiara: occhio ai propri profili social se si è in cerca di una nuova occupazione.

Una rivoluzione rispetto a dieci anni fa

Questo dato rappresenta un notevole aumento rispetto a dieci anni fa, quando solo il 12% dei recruiter si trovava in questa situazione, e anche rispetto al 2021, quando tale percentuale si attestava al 30,8%. Il 37% dei soggetti intervistati ha dichiarato che la presenza di foto considerate inappropriata è stata la causa principale dello scarto della candidatura. Aspiranti candidati sono stati poi “bocciati” per alcuni tratti di personalità riscontrabili nei contenuti pubblicati (per il 27%) e per  manifestazioni esplicite di discriminazione di natura sessuale e/o razziale presenti nelle interazioni online dei candidati (17%).

I recruiter fanno ricerche online

I recruiter, in effetti, dopo aver ricevuto il curriculum vitae, dichiarano di dedicare attenzione alla presenza online del candidato, focalizzandosi sulle esperienze professionali nel 65% dei casi e sui contenuti pubblicati nel 47% dei casi.

“L’uso dei social media da parte dei candidati sta sempre più influenzando le decisioni di assunzione”, ha dichiarato Lidia Molinari, direttrice dei servizi per il personale di Adecco Italia. “I dati ci dimostrano che il controllo dei social media rappresenta uno strumento cruciale nel processo di selezione per oltre la metà dei recruiter, i quali non solo sfruttano tali piattaforme per individuare talenti, ma anche per valutare i candidati”.
“A questo proposito”, ha sottolineato, “consigliamo a chiunque stia cercando opportunità lavorative di sviluppare una propria immagine digitale sui social media, tenendo conto della qualità dei contenuti prima della pubblicazione e prestando attenzione alle modalità di interazione online”.

Linkedin il social più utilizzato per la ricerca di personale

Tra i social network più utilizzati per la ricerca di candidati, LinkedIn rimane al primo posto con il 96% dei recruiter che ne fanno uso: il 67% lo utilizza per raccogliere candidature, mentre il 60% lo utilizza per la ricerca di candidati passivi, ovvero professionisti non attivamente alla ricerca di lavoro, ma per i quali l’analisi del profilo online costituisce un elemento fondamentale del processo di reclutamento.

Riaprono le scuole e aumentano le truffe on-line

Gli studenti di tutto il mondo si preparano per il rientro a scuola, ma gli esperti di cybersecurity Kaspersky hanno scoperto un aumento allarmante delle attività fraudolente. Una delle tecniche di truffa più utilizzate è la creazione di giveaway che promettono agli studenti la possibilità di vincere un laptop, ma per ottenerlo devono fornire informazioni personali e indicare il modello di notebook preferito. Un’altra versione di questa truffa invita a condividere con 15 contatti, via WhatsApp, un link specifico che rimanda alla pagina di un’estrazione a premi, ma per poter partecipare è richiesta la registrazione con un SMS. Insomma, sfruttando l’entusiasmo che caratterizza i preparativi e gli acquisti per il nuovo anno scolastico, i cyber criminali lanciano sofisticate campagne di phishing. Obiettivo, colpire non solo gli studenti, ma anche insegnanti e dirigenti. 

Notebook e laptop in palio usati come esche 

Vincere un laptop o un altro oggetto di valore rappresenta l’esca, ma ovviamente c’è una sorpresa: i vincitori scoprono di dover sostenere le spese di consegna dei presunti premi. Questa richiesta di un pagamento aggiuntivo indica chiaramente uno schema fraudolento.
“Con l’avvicinarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico e con milioni di studenti che comprano libri, pagano le tasse scolastiche e acquistano il materiale necessario, si registra un’intensificazione delle minacce informatiche – ha dichiarato Noura Afaneh, Privacy Expert di Kaspersky -. I truffatori approfittano di questo periodo facendo leva sull’entusiasmo degli studenti nel procurarsi nuovi dispositivi per gli studi”.

Ma anche finte borse di studio

“La possibilità di ottenere gratuitamente un computer portatile si rivela un’efficace copertura dei pericoli associati – aggiunge Noura Afaneh -, esponendo le persone a un rischio maggiore di essere coinvolte in queste truffe”. 
Un’altra forma di inganno riguarda finte borse di studio: i truffatori sfruttano la speranza degli studenti di ricevere aiuti finanziari per attirarli nei loro schemi fraudolenti. Le vittime sono attirate dall’offerta di borse di studio apparentemente autentiche che promettono appunto un supporto finanziario.

Obiettivo: impossessarsi di dati sensibili

Per usufruire di questi sussidi, gli studenti devono fornire informazioni personali, compresi anche dati sensibili, come il numero di previdenza sociale e le coordinate bancarie, che vengono poi utilizzati per furti di identità e frodi finanziarie.
“Le borse di studio false possono avere un impatto negativo su studenti inconsapevoli – prosegue la Privacy Expert di Kaspersky -. Truffe simili non causano solamente perdite finanziarie, ma anche furti d’identità a lungo termine. È quindi importante che gli studenti siano attenti e cauti quando trovano offerte insolite di borse di studi”.

Quali strumenti di visual merchandising utilizzare per evidenziare i prodotti e stimolare gli acquisti impulsivi?

Il visual merchandising è l’insieme di quelle operazione di marketing che utilizza l’allestimento visivo dei prodotti e dell’ambiente di vendita per attirare l’attenzione dei clienti e stimolare gli acquisti.

L’utilizzo di strumenti di visual merchandising efficaci, come è facilmente intuibile, può fare una grande differenza nelle vendite di un negozio.

In particolare, ci sono strumenti di visual merchandising più efficaci di altri e che puoi utilizzare per evidenziare i prodotti del tuo negozio e stimolare gli acquisti impulsivi. Vediamo quali.

Vetrine accattivanti

Le vetrine del negozio sono la prima cosa che i clienti vedono quando passano davanti al tuo negozio, per questo sono uno degli strumenti di visual merchandising più importanti.

Una vetrina accattivante può attirare l’attenzione dei passanti e spingerli ad entrare nel tuo locale commerciale.

Puoi utilizzare manichini, luci, oggetti scenici, video e altri elementi per creare una vetrina che catturi l’attenzione e l’immaginazione dei tuoi clienti.

Manichini

I manichini sono uno strumento di visual merchandising molto efficace per mostrare abiti e accessori in modo realistico.

Puoi utilizzare manichini a grandezza naturale o a metà busto per mostrare i prodotti in modo più dettagliato. Chiaramente, puoi utilizzare manichini di diversi colori e forme per creare una presentazione più interessante.

Luci

Le luci sono uno strumento molto interessante per evidenziare i prodotti e creare un’atmosfera accogliente in negozio. Puoi utilizzare luci di diverse intensità e colori per creare effetti visivi interessanti.

Inoltre, puoi provare ad utilizzare le luci per evidenziare i prodotti in promozione o i prodotti di punta del tuo punto vendita.

Posizionamento dei prodotti

Il posizionamento dei prodotti all’interno del negozio è un altro argomento importante quando si parla di visual merchandising.

Puoi utilizzare il posizionamento strategico dei prodotti per evidenziare quelli in promozione o i prodotti che ritieni di punta. Inoltre, puoi posizionare i prodotti in modo da guidare i clienti attraverso il negozio e fargli scoprire nuovi prodotti.

Schermi LED

Puoi utilizzare schermi LED o display per evidenziare i prodotti in promozione o quelli sui quali hai maggior margine di guadagno. Gli schermi possono essere posizionati in punti strategici del negozio per attirare l’attenzione dei clienti.

Espositori

Gli espositori sono un ottimo strumento di visual merchandising per evidenziare i prodotti e stimolare gli acquisti impulsivi. Puoi utilizzarli per mostrare i prodotti in modo accattivante e per evidenziare le offerte speciali del tuo negozio.

Espositori a terra

Gli espositori a terra sono un ottimo strumento per evidenziare i prodotti in promozione o quelli in offerta. Puoi utilizzare gli espositori in cartone per creare una presentazione interessante dei prodotti e per attirare l’attenzione dei clienti.

Espositori a parete

Gli espositori a parete sono un ottimo metodo per mostrare i prodotti in modo accattivante e per risparmiare spazio in negozio. Gli espositori di questo tipo ti consentono di evidenziare i prodotti in promozione o quelli sui quali desideri spingere maggiormente.

Musica e profumi

Anche musica e i profumi sono strumenti di visual merchandising, dato che concorrono a creare un’atmosfera più accogliente in negozio e favorire gli acquisti.

Puoi utilizzare la musica per creare un’atmosfera rilassante o energizzante a seconda del genere di prodotti che vendi. Inoltre, puoi utilizzare i profumi per associare un’emozione positiva ai tuoi prodotti.

In breve

Il visual merchandising è una importante strategia di marketing che consente di attirare l’attenzione dei clienti e stimolare gli acquisti impulsivi.

Ricorda chiaramente che ogni negozio è diverso dagli altri e che fai bene a scegliere gli strumenti di visual merchandising sia in base alle tue esigenze specifiche che in relazione al tipo di attività commerciale e prodotti proposti.

Meglio la vasca con sportello o la doccia per disabili?

Nel momento in cui in casa è presente una persona anziana o che presenta una disabilità motoria, solitamente si pensa a quali soluzioni sia possibile adottare per rendergli la vita più semplice.

Certamente uno dei primi accorgimenti è quello che riguarda il bagno ed in particolare il sistema con il quale è possibile effettuare le operazioni di igiene personale.

Il dubbio che principalmente riguarda chi si occupa di dare assistenza in casa ad una persona con difficoltà motorie è se sia meglio optare per una vasca con sportello o direttamente per una doccia con disabili.

Per sciogliere questo dubbio è sufficiente effettuare un paio di considerazioni pratiche. Vediamo allora di seguito di chiarire e cercare di capire quale tra le due soluzioni potrebbe essere quella più appropriata.

Le vasche con sportello

Le vasche con sportello per anziani sono delle particolari vasche da bagno il cui accesso è reso davvero semplice grazie ad un apposito sportello (in fase d’acquisto è possibile scegliere se il movimento di apertura debba avvenire verso l’interno o verso l’esterno).

Si tratta di una soluzione che offre grande sicurezza, grazie agli appositi maniglione di sostegno, e la comodità extra di potersi adagiare sulla seduta integrata senza necessità di doversi sedere sul fondo della vasca, come avviene in quelle tradizionali.

Tra l’altro la particolare inclinazione della seduta integrata fa sì che lo scivolamento involontario in avanti non possa avvenire, aumentando dunque il livello di sicurezza.

Esiste inoltre la possibilità di richiedere determinati optional che aumentano il livello di comfort,  tra questi l’idromassaggio e al cromoterapia.

I box doccia

I box doccia di tipo tradizionale non offrono un adeguato livello di sicurezza.

Il primo pericolo è costituito certamente dal gradino che bisogna superare per poter accedere alla doccia, mentre la seconda insidia è rappresentata dal pericolo scivolamento.

Per questo motivo i box doccia per anziani devono essere realizzati a filo pavimento, evitando così qualsiasi possibilità di inciampare o scivolare.

Anche in questo caso possibile per vedere delle apposite maniglie di sostegno.

Cosa scegliere dunque?

Bisogna dire che la scelta è soprattutto personale, sulla base delle specifiche esigenze dell’individuo interessato da difficoltà a deambulare.

Ad ogni modo, le vasche con sportello per anziani probabilmente rappresentano l’opzione più comoda e sicura anche per quanti si trovano sulla carrozzina.

Dunque si tratta di una soluzione che offre maggiore autonomia e che per questo potrebbe essere preferibile alla doccia, soprattutto nel caso di persone non autosufficienti.

Tra l’altro, nel caso in cui le operazioni di pulizia necessitino dell’aiuto da parte di un assistente, in una vasca da bagno non ci saranno i getti d’acqua tipici di una doccia e per questo motivo la persona eviterà di bagnarsi.

Tra l’altro la comoda seduta consente di poter prolungare il bagno quanto si desidera, e aumentare così il livello di comfort e benessere percepiti.

In breve

Dunque, sebbene ogni situazione sia differente dall’altra, al variare dell’autonomia della persona in questione, di base potremmo dire che le vasche con sportello sono da preferire rispetto i box doccia quando in casa è presente una persona con difficoltà motorie.

Cambia certamente tanto a livello di comodità di utilizzo e ritrovata autonomia per la persona, ma ci sono significativi miglioramenti anche per quel che riguarda gli sforzi che l’eventuale persona che offre assistenza deve produrre.

Grazie ad una vasca da bagno per anziani infatti, le operazioni di entrata e uscita dalla vasca stessa sono molto più semplici e dunque non è più necessario dover effettuare particolari sforzi fisici per agevolare gli spostamenti da e per la vasca.

Perchè partecipare alle scelte aziendali aumenta il benessere dei lavoratori?

Quando in azienda si registra un livello di partecipazione dei lavoratori sopra la media cresce anche il loro livello di benessere. Lo attesta l’indagine realizzata da NeXt Economia e Corriere della Sera Buona Notizie in collaborazione con Fim-Cisl. Inoltre, le prime 22 aziende che hanno utilizzato lo strumento di indagine BESt Work Life, elaborato da NeXt Economia, il livello medio di partecipazione è risultato pari a 1,68 punti su 5, e il livello di benessere di lavoratori e lavoratrici pari a 3,78 punti. Se si considerano solo i lavoratori e le lavoratrici che hanno un livello di partecipazione superiore a 1,68 il livello medio del BES si attesta a 4,11, registrando una differenza significativa rispetto al livello medio di 3,55 del gruppo in cui il livello di partecipazione è inferiore.

L’indice del Benessere Equo e Sostenibile

Il sistema del BESt Work Life è l’indagine sul clima organizzativo delle singole aziende collegato con il framework di riferimento nazionale del BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell’Istat. La sua applicazione permette di fotografare la situazione in azienda inserendo i dati raccolti da lavoratori e lavoratrici all’interno dei 12 domini BES, e incrociandoli con le aree di benessere organizzativo. Questo permette di pianificare azioni per miglioramento delle condizioni di lavoro delle persone e di riflesso anche le performance economiche e finanziarie dell’azienda.

Le aziende puntano su Sicurezza, Relazioni sociali e Ambiente

Dall’indagine emerge che i domini del BES dei lavoratori e delle lavoratrici con i punteggi più alti sono Sicurezza (4,51/5), Relazioni sociali (4,02/5) e Ambiente (4,01/5), evidenziando come in questi anni l’impegno delle aziende si sia consolidato non solo sui temi della sicurezza e dell’ambiente, ma anche sull’importanza di valorizzare le relazioni tra le persone. I punteggi più bassi, dove i lavoratori e le lavoratrici si sentono meno soddisfatti, sono Benessere economico (2,87/5), Ricerca, innovazione e creatività (2,93/5), Paesaggio e patrimonio culturale (3,14/5). Oltre alla retribuzione, percepita come non sufficientemente adeguata, sono gli aspetti culturali e creativi che ancora latitano all’interno delle imprese italiane.

Ancora poca partecipazione negli ambiti economici e finanziari

Gli ambiti in cui la partecipazione di lavoratori e lavoratrici in azienda è maggiore sono Organizzazione del lavoro (2,16/5), Pianificazione dell’area di appartenenza (1,95/5), Tutela della salute, sicurezza ed ergonomia (1,90/5) e Sostenibilità ambientale (1,87/5), evidenziando quanto sia importante riconoscere e valorizzare le capacità e le competenze dei singoli nel loro ambito di lavoro. Le voci che invece presentano i valori peggiori, riferisce Adnkronos, sono Azionariato dei lavoratori (1,06/5), Investimento (1,38/5) e Andamento economico-finanziario e documenti di bilancio (1,42/5), che rimangono argomenti affrontati da nuclei ristretti di dipendenti e collaboratori.

Bonus casa: quali scadranno alla fine del 2022?

Il decreto Aiuti quater, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 novembre, prevede alcune novità sui numerosi bonus dedicati alle abitazioni attualmente in vigore. Facile.it ne ha messo in evidenza le rispettive scadenze. Per il Superbonus 110%, se inizialmente si prevedeva una detrazione del 110% delle spese sostenute, nel 2023 l’agevolazione per i condomìni passa al 90%, scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. La nuova norma, però, non impatta sui cantieri già avviati, per i quali l’aliquota rimarrà al 110%, mentre per le case indipendenti è stata prorogata fino al 31 marzo 2023, anche per chi entro il 30 settembre scorso ha completato il 30% degli interventi.

Bonus ristrutturazione, sisma bonus ed Ecobonus

Il bonus ristrutturazione, che prevede una detrazione del 50% su un limite massimo di spesa fino a 96.000 euro, resterà in vigore fino al 2024. In seguito, tornerà all’aliquota originale (36% su un massimo di spesa di 48.000 euro). Anche il sisma bonus (detrazione fino all’85% dell’esborso sostenuto, con un limite massimo di spesa pari a 96.000 euro), resterà in vigore fino al 31 dicembre 2024. Dopo, la percentuale dovrebbe tornare al valore originale, pari al 36% per un importo massimo di spesa ammesso 48.000 euro. Lo stesso per l’Ecobonus, che resterà in vigore con la detrazione fino al 65% fino al 2024. Dopo questa data la percentuale passerà al 36% su un massimo di spesa di 48.000 euro per unità immobiliare.

Bonus mobili, acqua potabile e verde

Per l’acquisto di mobili o elettrodomestici ad alta efficienza energetica fino alla fine del 2022 la detrazione resterà al 50% su acquisti fino a 10.000 euro, mentre per gli anni 2023-2024 il massimale di spesa scenderà a 5.000 euro. Per il bonus acqua potabile, che spetta a chi acquista sistemi per migliorare la qualità dell’acqua erogata da acquedotto per consumo domestico, il credito di imposta in vigore fino al 31 dicembre 2023 è pari al 50% del costo di intervento, su un massimale di 1.000 euro per le persone fisiche. Il bonus verde, invece, prevede una detrazione del 36% fino alla fine del 2024. per un ammontare complessivo non superiore a 5.000 euro.

Bonus facciate e Prima casa Under 36

Per il bonus facciate, in scadenza a dicembre 2022, la detrazione per l’anno in corso è del 60%, e spetta esclusivamente per gli interventi realizzati sulle strutture opache della facciata, balconi o ornamenti e fregi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Per i giovani con meno di 36 anni alle prese con l’acquisto della prima casa le agevolazioni sono ottenibili solo fino alle fine del 2022, e solo per chi ha un Isee non superiore a 40mila euro annui.

Proteggere una attività commerciale dai ladri

Mettere in sicurezza la propria attività commerciale è oggi più che mai una necessità di tutti coloro i quali custodiscono della merce particolarmente rilevante dal punto di vista economico all’interno dei locali in cui avviene la vendita.

Subire un furto infatti, il più delle volte comporta perdite per diverse migliaia di euro, il che non è certamente piacevole e in alcuni casi può determinare anche la chiusura dell’attività commerciale stessa. Per evitare questo tipo di problema, si preferisce adottare tutte quelle contromisure che consentono in maniera adeguata di dissuadere eventuali malintenzionati dal commettere un furto.

Quale soluzione è più efficace?

Sicuramente il posizionare delle telecamere rappresenta una soluzione interessante in quanto potrebbe indurre tante persone a rinunciare ai propri loschi intenti. Ad ogni modo, sempre più le cronache riportano episodi di furti avvenuti nonostante la presenza delle telecamere a circuito chiuso, con i malintenzionati che vanno ad indossare maschere e cappucci per rendersi non riconoscibili e dunque eludere questo tipo di misura di sicurezza.

Le inferriate apribili

Tenuto conto di questo, la soluzione migliore è sicuramente quella di provvedere a far installare le inferriate di sicurezza in ferro. Le inferriate di sicurezza, ed in questo caso specifico quelle apribili, rappresentano una barriera veramente solida e resistente, difficile da superare e per questo praticamente perfetta per difendere l’ingresso principale di una qualsiasi attività commerciale.

È statisticamente provato infatti che i malintenzionati, anziché perdere tempo e provare a forzare l’inferriata che si trovano davanti, preferiscano direttamente cambiare obiettivo e prendere di mira una attività commerciale che non presenta una soluzione simile a sua difesa. Tra l’altro grazie alla normativa vigente dell’investimento (il “Bonus Casa”) è al momento possibile portare in detrazione la spesa e dunque recuperare fino al 50% della somma spesa.

Industria e servizi, a sorpresa ci sono… posti vacanti

Evidentemente non è sempre vero che sia impossibile trovare un’occupazione. Certo, è un’operazione complicata specie in alcune aree d’Italia e sicuramente la pandemia non ha aiutato. Però ci sono delle spiragli di ottimismo, che fanno ben sperare per l’andamento del mercato del lavoro anche nei prossimi mesi. In base alle stime preliminari diffuse dall’Istat, infatti, risultano esserci diversi posti vacanti nelle imprese dell’industria e dei servizi anche nel primo trimestre del 2021. L’Istituto di Statistica precisa che la definizione “posti vacanti” si riferisce alle ricerche di personale che, alla data di riferimento (l’ultimo giorno del trimestre), sono iniziate e non ancora concluse. In altre parole, i posti di lavoro retribuiti (nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di liberarsi) per i quali il datore di lavoro cerca attivamente al di fuori dell’impresa un candidato adatto ed è disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo.

Oltre l’1% di ruoli “scoperti”, in numero maggiore nell’industria

Nel primo trimestre 2021, il tasso di posti vacanti destagionalizzato – per il totale delle imprese con dipendenti – si attesta all’1,0% nel complesso delle attività economiche, all’ 1,2% nell’industria e all’1,1% nei servizi. Rispetto al trimestre precedente la situazione appare abbastanza stabile, seppur con un incremento più marcato nell’industria (+0,3 punti percentuali) e più leggero nei servizi (+0,1 punti percentuali). Per le imprese con almeno 10 dipendenti, il tasso di posti vacanti è pari all’1% e aumenta solo nel comparto dell’industria (+0,2 punti percentuali). Questo dato conferma una maggiore dinamicità nei comparti industriali rispetto a quello dei servizi, sebbene entrambi risultino in positivo.

Come viene effettuata la rilevazione

L’Istat effettua questa analisi trimestrale fin dal 2016, anche nelle PMI ovvero le piccole e medie imprese con almeno 10 dipendenti. Il tasso di posti vacanti è il rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di questi ultimi con le posizioni lavorative occupate. Tale indicatore può fornire informazioni utili per interpretare l’andamento congiunturale del mercato del lavoro, dando segnali anticipatori sul numero di posizioni lavorative occupate. I dati si riferiscono, come anticipato, ai comparti dell’industria e dei servizi e si basano su due rilevazioni: la rilevazione mensile sull’occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese (GI), condotta sulle imprese con almeno 500 dipendenti, e la rilevazione trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate (Vela), condotta sulle imprese fino a 499 dipendenti. 

Il digitale per risollevarsi dall’emergenza, ma solo un’azienda su 4 conosce Impresa 4.0

L’unico strumento capace di ridurre i divari territoriali, di genere, di età fra i diversi settori produttivi acuiti dalla pandemia? E’ solo uno, ed è il digitale. Ad affermarlo con decisione è il dossier di Unioncamere, appena presentato  all’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio. “L’utilizzo delle nuove tecnologie limita le differenze tra piccole e medio-grandi aziende, contribuisce a sostenere la governance delle imprese manifatturiere a conduzione familiare, agevola il recupero delle aziende dei servizi, più tartassate dal Covid” recita il report. Certo, sono ancora tante le difficoltà, a cominciare dai dati odierni: solo il 26% delle imprese italiane è a conoscenza del Piano Impresa 4.0 e, tra queste, il 9%, pur conoscendolo, comunque non investe. E per le altre? Le grandi opportunità offerte dalle tecnologie non sono (ancora) all’ordine del giorno.

“La digitalizzazione vale fino a 7 punti di Pil”

“La digitalizzazione vale fino a 7 punti di Pil, ma abbiamo ancora un ritardo enorme da colmare”, ha detto il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una occasione unica, però occorre coinvolgere attivamente milioni di Pmi, di artigiani e di lavoratori autonomi. I Punti Impresa Digitali realizzati dalle Camere di commercio hanno introdotto in questi anni oltre 350mila aziende alle tecnologie abilitanti attraverso migliaia di corsi di formazione, di assessment e di supporti operativi. E oggi questa speciale rete è una best practice a livello internazionale riconosciuta da OCSE e Commissione europea”.

“Le Camere di commercio ritengono fondamentale – spiega Sangalli – che vengano forniti assistenza e supporto alle Pmi nei prossimi cruciali anni adottando il modello della statunitense SBA (Small Business Administration). Non serve creare uno strumento ex novo, ma bisogna affidare a livello territoriale questo incarico alle Camere di commercio, il referente più vicino alle micro, piccole e medie imprese sui temi cruciali per lo sviluppo del nostro Paese”.

La svolta digital consente di tornare velocemente ai valori pre-Covid

Secondo i dati di Unioncamere e del Centro studi Guglielmo Tagliacarne, il 70% delle micro e piccole imprese che ha avviato la svolta digital ritiene di poter raggiungere i livelli di produttività pre-Covid già nel 2022 (contro il 61% di quelle che ancora non hanno messo in campo investimenti nelle nuove tecnologie), allineandosi così alla quota di medio-grandi imprese che hanno la medesima previsione. Le imprese familiari hanno risentito particolarmente dei riflessi negativi della crisi pandemica e solo in 6 casi su 10 confidano in un recupero entro il 2022. Tra quelle che hanno investito nel digitale, però, la quota sale al 70%. Lo stesso vale per le imprese dei servizi: il 61% di quelle digitalizzate (contro il 53% di quelle non digitalizzate) punta all’azzeramento degli effetti del Covid entro il 2022.

Come potare un albero alto

Gli interventi di potatura sono davvero importanti per garantire agli alberi una buona salute e un aspetto sempre gradevole. Se siamo consapevoli di non avere la giusta esperienza per effettuare la potatura di un albero alto, meglio prima chiedere consiglio ad un esperto o rivolgersi direttamente a una azienda che si occupi della manutenzione giardini.

Nel caso in cui decidessimo di procedere autonomamente, la prima cosa valutare è il tipo di effetto che vogliamo ottenere da questa operazione.

Quando e come effettuare il taglio

Chiaramente la potatura va fatta nel momento in cui la pianta è in riposo vegetativo, dunque in inverno o in autunno. Dopo aver posizionato la scala poggiandola sull’albero, ed essersi accertati che questa sia ben salda a terra, è possibile iniziare a salire sino a raggiungere i rami da tagliare.

È preferibile utilizzare una imbracatura di sicurezza avvolgendo la cinghia attorno all’albero, in maniera da tutelarsi in caso di eventuali cadute. Dopo aver valutato quali siano i rami da tagliare, possiamo procedere con l’operazione di taglio possibilmente applicando dell’ apposito mastice sulle zone in cui abbiamo effettuato il taglio, così da evitare l’insorgere di muffe nell’albero o marciume.

La giusta tecnica

Il consiglio è sempre quello di partire dai rami più piccoli andando così a sfoltire la chioma. Nel caso in cui rami da tagliare siano particolarmente grandi e si renda dunque necessario utilizzare una motosega, è bene chiedere aiuto ad una seconda persona che possa sorreggere questo strumento quando non necessario e dare le giuste indicazioni per il taglio dal basso potendo godere di una visuale migliore.

In alternativa, considera che anche le forbici telescopiche possono essere preziose per le operazioni di taglio, proprio perché puoi allungarle e dunque raggiungere più comodamente il ramo da recidere.

Tenendo conto di queste indicazioni puoi provare ad effettuare autonomamente la potatura degli alberi ad alto fusto. Nel caso in cui dovessi intuire si tratti di una operazione troppo complicata meglio cercare l’aiuto di un esperto, sia per il benessere della pianta che per la tua sicurezza.