Author Archives: Cesare Bianchi

Cybersecurity: aumentano i furti di dati e gli alert sul dark web

Nel primo semestre dell’anno il numero di account che in tutto il mondo hanno visto compromesse le proprie credenziali è aumentato significativamente, spesso in combinazione con altri dati estremamente preziosi per gli hacker. Continuano quindi ad aumentare le attività fraudolente degli hacker, con il conseguente aumento anche del numero degli alert inviati sul dark web, arrivato a 911.960, per una crescita del +17,9% rispetto al secondo semestre 2022. Sull’open web, invece, il numero degli alert inviati è stato di oltre 45.600, segnando però una decrescita del -26,9% rispetto allo stesso periodo. Sono alcune delle evidenze principali emerse dall’ultima edizione dell’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF.

“Le credenziali di account sono sempre più appetibili per i frodatori”

“Le evidenze dell’Osservatorio Cyber ci fanno riflettere sui rischi relativi alla circolazione dei nostri dati online – commenta Beatrice Rubini, Executive Director di CRIF -. In particolare, le informazioni di contatto e le credenziali di account diventano sempre più appetibili per i frodatori, rendendo possibili truffe e furti di identità. Infatti, se i criminali riescono a entrare in possesso di molteplici dati personali che aiutano a completare il profilo della vittima, riescono a progettare meglio gli attacchi, sfruttando anche tecniche di social engineering”.
Ma un’altra minaccia in forte crescita soprattutto per le aziende è il ransomware. Attraverso la double extortion, la duplice estorsione, oltre a subire il furto e la compromissione di informazioni sensibili, aumenta anche il rischio che queste vengano diffuse sul dark web. 

Il fenomeno in Italia

Per quanto riguarda l’Italia nel primo semestre 2023 oltre il 40% degli utenti ha ricevuto un alert relativo ai propri dati. Più in particolare, si rileva un aumento complessivo degli alert inviati relativamente a furto di dati monitorati sul dark web: praticamente 4 utenti su 5 hanno ricevuto avvisi di questo tipo. Sul web pubblico, invece, dove i dati sono praticamente accessibili a chiunque, gli utenti allertati sono stati il 20,5%. Qui i dati più frequentemente rilevati sono stati il codice fiscale (55,1%) e l’indirizzo email (32,3%), seguiti da numero di telefono (7,6%), username (2%) e indirizzo postale (3%).

Cosa fare?

“Bisogna prestare particolare attenzione alle e-mail e ai messaggi che riceviamo ogni giorno, allenandosi a riconoscere i tentativi di truffe e phishing – consiglia Beatrice Rubini -. È importante non cliccare sui link contenuti nelle email o negli sms sospetti, e soprattutto, non rispondere fornendo dati personali a messaggi apparentemente inviati dalla nostra banca o da un’altra azienda, controllando sempre il numero di telefono o l’indirizzo email del mittente. Diventa quindi sempre più importante per aziende pubbliche e private sviluppare sistemi di vulnerability assessment e fare campagne di sensibilizzazione interna dei propri dipendenti. Dall’altro lato, è consigliabile per i consumatori gestire i propri dati in maniera scrupolosa, affidandosi anche a strumenti che oggi permettono di proteggere i dispositivi e monitorare i nostri dati”. 

Riaprono le scuole e aumentano le truffe on-line

Gli studenti di tutto il mondo si preparano per il rientro a scuola, ma gli esperti di cybersecurity Kaspersky hanno scoperto un aumento allarmante delle attività fraudolente. Una delle tecniche di truffa più utilizzate è la creazione di giveaway che promettono agli studenti la possibilità di vincere un laptop, ma per ottenerlo devono fornire informazioni personali e indicare il modello di notebook preferito. Un’altra versione di questa truffa invita a condividere con 15 contatti, via WhatsApp, un link specifico che rimanda alla pagina di un’estrazione a premi, ma per poter partecipare è richiesta la registrazione con un SMS. Insomma, sfruttando l’entusiasmo che caratterizza i preparativi e gli acquisti per il nuovo anno scolastico, i cyber criminali lanciano sofisticate campagne di phishing. Obiettivo, colpire non solo gli studenti, ma anche insegnanti e dirigenti. 

Notebook e laptop in palio usati come esche 

Vincere un laptop o un altro oggetto di valore rappresenta l’esca, ma ovviamente c’è una sorpresa: i vincitori scoprono di dover sostenere le spese di consegna dei presunti premi. Questa richiesta di un pagamento aggiuntivo indica chiaramente uno schema fraudolento.
“Con l’avvicinarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico e con milioni di studenti che comprano libri, pagano le tasse scolastiche e acquistano il materiale necessario, si registra un’intensificazione delle minacce informatiche – ha dichiarato Noura Afaneh, Privacy Expert di Kaspersky -. I truffatori approfittano di questo periodo facendo leva sull’entusiasmo degli studenti nel procurarsi nuovi dispositivi per gli studi”.

Ma anche finte borse di studio

“La possibilità di ottenere gratuitamente un computer portatile si rivela un’efficace copertura dei pericoli associati – aggiunge Noura Afaneh -, esponendo le persone a un rischio maggiore di essere coinvolte in queste truffe”. 
Un’altra forma di inganno riguarda finte borse di studio: i truffatori sfruttano la speranza degli studenti di ricevere aiuti finanziari per attirarli nei loro schemi fraudolenti. Le vittime sono attirate dall’offerta di borse di studio apparentemente autentiche che promettono appunto un supporto finanziario.

Obiettivo: impossessarsi di dati sensibili

Per usufruire di questi sussidi, gli studenti devono fornire informazioni personali, compresi anche dati sensibili, come il numero di previdenza sociale e le coordinate bancarie, che vengono poi utilizzati per furti di identità e frodi finanziarie.
“Le borse di studio false possono avere un impatto negativo su studenti inconsapevoli – prosegue la Privacy Expert di Kaspersky -. Truffe simili non causano solamente perdite finanziarie, ma anche furti d’identità a lungo termine. È quindi importante che gli studenti siano attenti e cauti quando trovano offerte insolite di borse di studi”.

Imprese: frena ancora la domanda di credito, -4,2%

Emerge dall’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF: nel secondo trimestre del 2023 il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane cala quasi del -5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, portando nel primo semestre il dato complessivo a -4,2%.
L’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF evidenzia inoltre come l’importo medio nel primo semestre 2023 sia in crescita del +17,6% rispetto al medesimo periodo 2022, attestandosi a 141.581 euro, ma risulti in rallentamento nel secondo trimestre (+8,3%).
La frenata delle richieste di credito riguarda sia le Società di capitali, che nel primo semestre hanno registrato un -3%, sia le Imprese individuali, per le quali la flessione è stata del -6,6%. 

Imprese individuali: importo medio richiesto 47.561 euro

Quanto alla distribuzione e al ranking per classe di importo, la fascia sotto i 5mila euro cresce di quasi 1 punto percentuale, e si attesta al 30,7% del totale delle richieste, aumentando leggermente il distacco dalla seconda classe di importo, quella oltre i 50mila euro, che al contempo perde l’1%, calando dal 29,2% al 28,2%. Per quanto riguarda le Imprese individuali, le richieste di credito hanno registrato un importo medio pari a 47.561 euro (+14,7% rispetto al corrispondente periodo 2022), con l’incidenza dello scaglione al di sotto dei 5mila euro che raccoglie il 35,7% del totale.

Società di Capitali: il 33,3% delle richieste supera 50mila euro

Per quanto riguarda le Società di Capitali l’importo medio richiesto ammonta a 185.670 euro, segnando un incremento del +16,9% rispetto alla corrispondente rilevazione dell’anno scorso.
In dettaglio, il 33,3% delle richieste di questo segmento di imprese presenta un importo superiore ai 50mila euro.
A livello regionale nel I semestre 2023 si registra un andamento ‘fotocopia’ di quanto accade a livello nazionale. Rispetto al 2022 infatti la domanda di finanziamento è in contrazione in 16 regioni su 20, con un’unica regione in crescita, ovvero la Sicilia (+3,5%). Viceversa, l’importo medio cresce a doppia cifra in 14 regioni su 20. La variazione rimane invece più contenuta in Basilicata e Umbria, mentre si contrae per Trentino-Alto Adige, Molise e Calabria.

Turismo, ristorazione e tempo libero: rischiosità creditizia in aumento

Il settore del turismo, ristorazione e tempo libero è indubbiamente quello più colpito dagli effetti della pandemia e dei lockdown, anche dal punto di vista economico finanziario. Grazie però agli interventi governativi a supporto delle attività colpite il tasso di default, inteso come default pubblici e bancari, delle imprese del settore leisure è rimasto sui livelli minimi storici per l’intero periodo 2020-2021, con un valore intorno al 2,5%, rispetto al 5%-6% del pre-pandemia.
Tuttavia, a partire dal 2022, il tasso di default ha fatto segnare un progressivo incremento, fino ad attestarsi intorno al 4% già a fine 2022, caratterizzando il liesure come uno dei settori ad aumento di rischiosità creditizia in più rapida crescita.

Dal mercato immobiliare inequivocabili segnali di “appannamento”

È quanto emerge dal 2° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma: il mercato immobiliare italiano mostra inequivocabili segnali di appannamento. All’interno dello scenario macroeconomico le famiglie si trovano improvvisamente più fragili, con una propensione al risparmio crollata su valori nuovamente esigui. A ciò si accompagna il continuo rialzo dei tassi d’interesse, che preclude a molti la possibilità di accedere al necessario sostegno creditizio. La conseguenza dell’accresciuta rischiosità associata dalle banche agli impieghi immobiliari porta a un calo delle erogazioni, con inevitabili ricadute sull’attività transattiva in tutti i comparti. Nel primo semestre 2023 la risposta dei valori immobiliari è improntata alla rigidità: +1% per le abitazioni. E l‘andamento dell’inflazione fa sì che l’incremento non sia riuscito a garantire un’effettiva salvaguardia in termini reali.

Calano i prezzi a Venezia, non a Milano 

La lieve variazione positiva che investe i valori immobiliari delle abitazioni è piuttosto l’esito di aspettative di crescita dei prezzi da parte dell’offerta. Questo suggerisce la presenza sul mercato di una domanda ancora disponibile a interiorizzare gli aumenti imposti dalla parte offerente.
Tuttavia, all’interno dei vari mercati, l’andamento dei valori mostra differenze dovute principalmente allo sfasamento temporale che caratterizza le fasi di inversione del ciclo immobiliare. Ad esempio, se a Venezia Laguna i prezzi calano per il terzo semestre consecutivo, a Milano la variazione risulta doppia rispetto a quella media (+2,2% semestrale). Inoltre, l’indagine evidenzia come in media per vendere un’abitazione siano necessari 5,2 mesi. 

Locazioni a +1,7%

Considerando invece il mercato della locazione, emerge una crescita per il quarto semestre consecutivo (+1,7%).  Complessivamente le abitazioni locate nel 2022 ammontano a poco meno del 6% dello stock disponibile. Nello specifico, le locazioni di medio-lungo periodo segna una flessione di oltre il 4% per i contratti ordinari e -1,5% per quelli di tipo agevolato. La componente di breve periodo, al contrario, aumenta del +0,6% gli immobili locati a canone libero.  Le variazioni più importanti riguardano Bologna (+3,7%), Cagliari, Catania, Padova e Torino (+2%).  L’aumento più sostenuto dei canoni ha comportato un innalzamento dei rendimenti medi, che in media sono dell’ordine del 5,2% lordo annuo.

Crollano gli investimenti stranieri

La domanda composta da famiglie, lavoratori, studenti e turisti compete a un’offerta privata troppo esigua e sempre più orientata a privilegiare soluzioni più remunerative, come gli affitti brevi.
Gli investitori istituzionali potrebbero coprire almeno in parte il fabbisogno in locazione, anche se al momento continuano a manifestare un interesse decisamente tiepido verso il settore residenziale.
Quanto alla componente corporate l’orientamento è improntato alla prudenza da parte degli investitori stranieri. Che determina un crollo degli investimenti, passati dai 6,2 miliardi di euro del primo semestre 2022 ad appena 2 miliardi di euro nel primo semestre 2023. 

La matematica? Mette l’ansia anche all’Intelligenza Artificiale 

Un recente studio ha evidenziato come GPT-3, GPT-3.5 e GPT-4, modelli di intelligenza artificiale, associno la matematica a concetti negativi, alimentando l’ansia e la difficoltà che molti studenti italiani affrontano durante gli studi superiori, soprattutto in vista degli esami di maturità. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Big Data and Cognitive Computing, anche i grandi modelli di linguaggio come GPT-3, GPT-3.5 e persino GPT-4 associano la matematica ad aspetti fortemente negativi, come “difficile”, “frustrante” o “noioso”.
Questo comportamento è stato misurato attraverso le reti di “forma mentis comportamentale”, una sorta di mappa cognitiva che permette di comprendere la percezione di un concetto analizzando le sue associazioni con altri concetti. I risultati sono stati sorprendenti: GPT-3 e GPT-3.5, nella loro capacità di diffondere conoscenza, hanno associato la matematica a concetti noiosi, ansiosi, problematici e negativi, come un noioso viaggio su un’isola deserta, senza alcuna connessione positiva con le sue applicazioni reali e avventurose. 

Chat Gpt percepisce la matematica come… uno studente

“Questo risultato è in linea con le percezioni negative sulla matematica che abbiamo riscontrato negli studenti italiani delle scuole superiori”, afferma il professor Massimo Stella, co-autore dello studio e docente di psicometria presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. “A differenza dei professionisti che intraprendono carriere scientifiche e vedono la matematica come un tesoro creativo e pratico, questi modelli la considerano come qualcosa di astratto, distante dai progressi scientifici e dalla comprensione del mondo reale”.
Questa tendenza a percepire la matematica in modo negativo potrebbe avere gravi conseguenze, creando uno squalo nel tranquillo mare della conoscenza. Questi modelli di linguaggio agiscono come specchi psico-sociali, riflettendo pregiudizi e atteggiamenti che sono stati incorporati nel loro “DNA” linguistico durante il processo di allenamento. La mancanza di trasparenza rende difficile monitorare l’effetto delle risposte fornite da questi modelli. Non è ancora chiaro se queste associazioni negative possano influenzare negativamente alcuni utenti, aggravando l’ansia matematica già esistente.

Il rischio di estremizzare sentimenti negativi

Gli autori dello studio ritengono che le interazioni sociali con questi modelli potrebbero esacerbare gli stereotipi o le insicurezze preesistenti riguardo alla matematica tra gli studenti e persino tra i genitori. Potrebbero confermare atteggiamenti negativi già presenti o alimentare messaggi subliminali che la matematica è difficile per certi gruppi specifici. Questo fenomeno, noto come “minaccia dello stereotipo”, può influenzare le performance accademiche. Tali atteggiamenti negativi possono ostacolare l’apprendimento delle competenze tecniche in matematica e statistica, come una tempesta che impedisce di raggiungere l’isola della conoscenza.

Le paure dei modelli di linguaggio

Questo ci avverte che i modelli di linguaggio, nonostante la loro potenza, hanno anche le loro paure. Come noi, possono essere intimiditi dalla matematica. La sfida per il futuro è navigare attraverso queste tempeste, correggendo tali pregiudizi, in modo che questi modelli possano guidarci verso un mare di conoscenza più sereno e proficuo.

Quali strumenti di visual merchandising utilizzare per evidenziare i prodotti e stimolare gli acquisti impulsivi?

Il visual merchandising è l’insieme di quelle operazione di marketing che utilizza l’allestimento visivo dei prodotti e dell’ambiente di vendita per attirare l’attenzione dei clienti e stimolare gli acquisti.

L’utilizzo di strumenti di visual merchandising efficaci, come è facilmente intuibile, può fare una grande differenza nelle vendite di un negozio.

In particolare, ci sono strumenti di visual merchandising più efficaci di altri e che puoi utilizzare per evidenziare i prodotti del tuo negozio e stimolare gli acquisti impulsivi. Vediamo quali.

Vetrine accattivanti

Le vetrine del negozio sono la prima cosa che i clienti vedono quando passano davanti al tuo negozio, per questo sono uno degli strumenti di visual merchandising più importanti.

Una vetrina accattivante può attirare l’attenzione dei passanti e spingerli ad entrare nel tuo locale commerciale.

Puoi utilizzare manichini, luci, oggetti scenici, video e altri elementi per creare una vetrina che catturi l’attenzione e l’immaginazione dei tuoi clienti.

Manichini

I manichini sono uno strumento di visual merchandising molto efficace per mostrare abiti e accessori in modo realistico.

Puoi utilizzare manichini a grandezza naturale o a metà busto per mostrare i prodotti in modo più dettagliato. Chiaramente, puoi utilizzare manichini di diversi colori e forme per creare una presentazione più interessante.

Luci

Le luci sono uno strumento molto interessante per evidenziare i prodotti e creare un’atmosfera accogliente in negozio. Puoi utilizzare luci di diverse intensità e colori per creare effetti visivi interessanti.

Inoltre, puoi provare ad utilizzare le luci per evidenziare i prodotti in promozione o i prodotti di punta del tuo punto vendita.

Posizionamento dei prodotti

Il posizionamento dei prodotti all’interno del negozio è un altro argomento importante quando si parla di visual merchandising.

Puoi utilizzare il posizionamento strategico dei prodotti per evidenziare quelli in promozione o i prodotti che ritieni di punta. Inoltre, puoi posizionare i prodotti in modo da guidare i clienti attraverso il negozio e fargli scoprire nuovi prodotti.

Schermi LED

Puoi utilizzare schermi LED o display per evidenziare i prodotti in promozione o quelli sui quali hai maggior margine di guadagno. Gli schermi possono essere posizionati in punti strategici del negozio per attirare l’attenzione dei clienti.

Espositori

Gli espositori sono un ottimo strumento di visual merchandising per evidenziare i prodotti e stimolare gli acquisti impulsivi. Puoi utilizzarli per mostrare i prodotti in modo accattivante e per evidenziare le offerte speciali del tuo negozio.

Espositori a terra

Gli espositori a terra sono un ottimo strumento per evidenziare i prodotti in promozione o quelli in offerta. Puoi utilizzare gli espositori in cartone per creare una presentazione interessante dei prodotti e per attirare l’attenzione dei clienti.

Espositori a parete

Gli espositori a parete sono un ottimo metodo per mostrare i prodotti in modo accattivante e per risparmiare spazio in negozio. Gli espositori di questo tipo ti consentono di evidenziare i prodotti in promozione o quelli sui quali desideri spingere maggiormente.

Musica e profumi

Anche musica e i profumi sono strumenti di visual merchandising, dato che concorrono a creare un’atmosfera più accogliente in negozio e favorire gli acquisti.

Puoi utilizzare la musica per creare un’atmosfera rilassante o energizzante a seconda del genere di prodotti che vendi. Inoltre, puoi utilizzare i profumi per associare un’emozione positiva ai tuoi prodotti.

In breve

Il visual merchandising è una importante strategia di marketing che consente di attirare l’attenzione dei clienti e stimolare gli acquisti impulsivi.

Ricorda chiaramente che ogni negozio è diverso dagli altri e che fai bene a scegliere gli strumenti di visual merchandising sia in base alle tue esigenze specifiche che in relazione al tipo di attività commerciale e prodotti proposti.

In vacanza con Micio e Fido: 6,5 di italiani viaggiano con i pet

Micio e Fido non si lasciano in pensione, si portavano in vacanza. La tendenza è confermata da un’indagine commissionata da Facile.it e condotta dall’istituto di ricerca EMG Different, che ha rivelato che gli animali domestici sono membri effettivi della famiglia anche durante le ferie estive. Tra i proprietari di cani e gatti, più di 6,5 milioni di persone decideranno di trascorrere le loro vacanze, interamente o in parte, in compagnia dei loro fedeli amici.

Il cane è il perfetto compagno di viaggio

Per quanto riguarda i cani, più della metà dei proprietari (il 69%) li porterà con sé durante il viaggio, mentre la percentuale scende drasticamente per i gatti, con solo un terzo dei proprietari (33%) che viaggerà con il proprio felino. Nonostante l’inflazione che ha messo a dura prova le famiglie nell’ultimo anno, più del 70% dei proprietari di animali domestici (il 73%) ha dichiarato di essere disposto a spendere di più per l’alloggio al fine di garantire servizi adeguati al proprio amico a quattro zampe.

Seconde case e affitti stagionali le sistemazioni preferite

L’indagine ha rivelato che tra coloro che partiranno con i loro animali, la maggioranza preferirà alloggiare in una casa di proprietà (32%), seguita dall’affitto di una proprietà (25%), e da strutture ricettive come alberghi, agriturismi, hotel e B&B, scelti da 3,2 milioni di proprietari di cani o gatti (24%). Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, quasi il 90% dei proprietari (11,8 milioni di italiani) si sposterà in auto, mentre il 10% opterà per l’aereo, percentuale che sale al 14% nel caso dei viaggi con i gatti.

Sicurezza in auto: non tutti sono attenti

Nonostante molti proprietari scelgano di viaggiare con i loro amici a quattro zampe, c’è ancora una percentuale di padroni che trasporta gli animali in modo improprio: il 4% (oltre 270.000 italiani) invece di utilizzare i dispositivi di sicurezza previsti dalla legge, terrà il proprio animale sulle gambe. Oltre a essere illegale e pericoloso, sia per l’animale che per i passeggeri, è importante ricordare che in caso di incidente, un’eventuale assicurazione per l’animale non coprirebbe le lesioni subite. Ancora, molti proprietari non pensano di proteggere i loro animali con un’assicurazione che li metta al riparo da eventuali imprevisti durante le vacanze. Secondo i dati dell’indagine, solo il 29% dei proprietari (quasi 5,5 milioni di persone) ha sottoscritto una polizza assicurativa, un aumento rispetto all’anno precedente (20,4%), ma comunque un dato ancora basso. La percentuale sale al 36% per i cani e scende al 17% per i gatti. Eppure le assicurazioni oggi sono facilmente accessibili e proposte a prezzi contenuti.

Le bevande analcoliche? In Italia ci sono 100 stabilimenti e 84mila addetti 

Un’industria con radici storiche e tradizione italiana, ma orientata verso l’innovazione. Resiliente e laboriosa, profondamente legata al territorio e ai suoi sapori e profumi, accompagna da sempre la vita degli italiani con prodotti che rappresentano il Made in Italy nel mondo, creando occupazione e indotto. Questa è la descrizione di un settore, quello delle bevande analcoliche in Italia, che emerge durante l’Assemblea annuale di Assobibe, l’Associazione di Confindustria che rappresenta il comparto nel paese, con il tema “Socialità, gusto e tradizione Made in Italy nel mondo: il valore delle bevande analcoliche”.
L’evento ha visto la presentazione della ricerca “Bevande analcoliche: immagine, valore, tradizione e significato” realizzata da Euromedia Research per Assobibe. 

5 miliardi di euro di valore

L’industria delle bevande analcoliche è presente in Italia con circa 100 stabilimenti, tra multinazionali radicate nel territorio e piccole e medie imprese, che impiegano complessivamente 84.000 persone e generano un valore di mercato di 5 miliardi di euro. Ogni euro di valore prodotto dalle imprese del settore genera 5,4 euro lungo la filiera e per ogni lavoratore impiegato nelle aziende di produzione si creano 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle). È un settore saldamente radicato nel territorio che esporta prodotti per un valore complessivo di 421 milioni di euro.

Vicini agli italiani nei momenti di relax e di festa

“Il nostro settore, come emerge dalla ricerca che stiamo presentando oggi, rappresenta una componente importante del tessuto produttivo e sociale del nostro paese”, dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe. “Le nostre imprese portano lavoro e crescita al territorio e i nostri prodotti rappresentano la tradizione e il gusto Made in Italy nel mondo. Siamo sempre stati al fianco degli italiani nei momenti di festa, relax e vacanza; soddisfiamo la loro sete di spensieratezza e socialità e per questo dobbiamo essere in grado di guardare avanti, investire e continuare a offrire prodotti che incontrino i gusti dei consumatori, che permettano loro di ritrovare i propri ricordi e le proprie radici, ma in modo sempre nuovo”.

Sono un’espressione della tradizione tricolore

Secondo la ricerca di Euromedia Research per Assobibe, oltre il 78% degli italiani riconosce le bevande analcoliche come espressione della tradizione italiana e ritiene che contribuiscano a valorizzare il Made in Italy nel mondo. Quasi il 90% degli italiani ritiene importante la presenza delle imprese del settore sul territorio per lo sviluppo e l’occupazione che generano.
“Agli italiani piace stare insieme, sono un popolo conviviale ricco di tradizioni”, spiega Alessandra Ghisleri, Direttrice di Euromedia Research, presentando i dati della ricerca. “In questo contesto, le bevande analcoliche svolgono un ruolo fondamentale come trait d’union tra le persone e simboleggiano ricordi felici dei momenti più belli della vita. Sono un simbolo di festa per giovani e adulti. Dalle celebrazioni di compleanno alle estati con gli amici, dai pranzi alle cene in compagnia, le bevande analcoliche sono sempre presenti, in una forma o nell’altra”.

Cola e aranciata le preferite

La ricerca analizza anche i gusti degli italiani e il loro rapporto con le bevande analcoliche. Emerge che in Italia si consumano prevalentemente cola, aranciata, tonica, tè freddo, aperitivi analcolici, chinotti e bevande gassate. Per l’85% degli intervistati, le pause relax e i momenti di festa e convivialità hanno il sapore di una bevanda, anche se i consumi sono moderati: l’80% degli italiani beve 1-2 bicchieri solo occasionalmente. Oltre il 70% è soddisfatto dell’offerta di bevande “zero” (senza zucchero, caffeina, teina), che secondo il 64,4% degli intervistati, favoriscono un consumo più consapevole in termini di apporto calorico.

Lavoro: a giugno 568mila assunzioni previste dalle imprese 

A delineare lo scenario per la domanda di lavoro nel trimestre estivo è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Turismo e manifatturiero (rispettivamente con oltre +7mila e +4mila assunzioni) sostengono la domanda di lavoro, mentre registrano una flessione costruzioni, servizi alle persone, servizi finanziari e assicurativi, e servizi informatici e delle telecomunicazioni. Più in generale, a giugno sono circa 568mila le assunzioni a tempo determinato o indeterminato previste dalle imprese, e quasi 1,4 milioni tra giugno e agosto. Si tratta di oltre 9mila unità in più rispetto a giugno 2022 (+1,5%) e circa +37mila sul trimestre corrispondente (+2,8%).
Anche per giugno però si conferma elevata la difficoltà di reperimento del personale. Sono difficili da reperire quasi la metà dei lavoratori ricercati (+6,8%).

L’industria cerca 348mila lavoratori entro agosto

Nel suo complesso a giugno l’industria ricerca circa 134mila lavoratori, e 348mila nel trimestre giugno-agosto. Per il manifatturiero (89mila lavoratori nel mese e 237mila nel trimestre) le maggiori opportunità di lavoro riguardano le industrie della meccatronica, che ricercano 22mila lavoratori nel mese e 58mila nel trimestre. Seguono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (circa 18mila e 45mila) e quelle alimentari (13mila e 46mila). Per il settore delle costruzioni sono programmate 44mila assunzioni nel mese e circa 111mila assunzioni nel trimestre. Sono invece 434mila i contratti di lavoro previsti dal settore dei servizi nel mese in corso, e oltre 1 milione quelli per il trimestre giugno-agosto.

Il turismo traina la domanda, e più contratti a tempo indeterminato 

Ed è il turismo a offrire le maggiori opportunità di occupazione, con oltre 164mila lavoratori ricercati nel mese e circa 353mila nel trimestre, seguito dal comparto dei servizi alle persone (71mila e 165mila) e dal commercio (69mila e 171mila). In aumento poi la previsione per i contratti a tempo indeterminato (+14,8 %), anche come effetto dell’elevata difficoltà di reperimento del personale, mentre meno rilevante è l’incremento per i contratti a termine e stagionali (+ 2,3%). Diminuiscono invece le previsioni per i contratti di collaborazione occasionale e a partita IVA (-40,5%), e i contratti in somministrazione (-2,9%).
Ma cresce ancora la domanda di lavoratori immigrati, con 114mila ingressi programmati nel mese (+18mila), pari al 20,1% del totale.

Ancora elevato il mismatch: il 46,0% del personale non si trova 

La difficoltà di reperimento conferma il dato elevato di maggio, attestandosi al 46,0%. Il Borsino delle professioni del Sistema Informativo Excelsior segnala difficile reperimento tra le professioni tecniche e ad elevata specializzazione: specialisti nelle scienze della vita (80,3%), tecnici in campo ingegneristico (68,9%), tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,5%). Tra le figure degli operai specializzati si distinguono gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (72,5%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,7%). Sotto il profilo territoriale, il mismatch è più elevato per le imprese nel Nord-Est, per le quali sono difficili da reperire circa il 52% dei profili ricercati. Seguono le imprese del Nord-Ovest (47,1%), del Sud e Isole (42,5%), e del Centro (42,4%).

Generazione Z, il 57% degli italiani boccia lo slang

La Generazione Z, con il suo slang e le sue espressioni, viene bocciata dal 57% dei cittadini italiani. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta da Preply, che ha intervistato circa 1.600 madrelingua italiani. Sono diverse le parole che vengono comunemente utilizzate dai giovani ma che non piacciono ai loro genitori e concittadini più grandi. Tra i termini meno apprezzati, in cima alla lista delle abbreviazioni, acronimi, idiomatismi e inglesismi che possono rendere una conversazione incomprensibile per molti, c’è “Bro”, abbreviazione di “brother” in inglese, usata come termine di affetto tra coetanei. Seguono l’immarcescibile “Scialla”, che indica una situazione di tranquillità, e “boomer”, utilizzato per indicare la “lentezza” con cui i soggetti tra i 60 e i 70 anni si adattano alle trasformazioni tecnologiche.

“Postare” è il termine slang più utilizzato

Secondo il rapporto, l’89% degli italiani ammette di utilizzare qualche termine dello slang, ma solo il 18% lo fa abitualmente nella maggior parte delle conversazioni. Tra le espressioni gergali più conosciute, troviamo “postare”, “un botto” e “spoilerare”, che sono diventate comuni anche tra i “boomer”. Altre espressioni difficili da digerire per alcuni sono “Che sbatti”, che significa non avere voglia di fare nulla, “Gls”, abbreviazione di “già lo sai”, e il classico “amò”, abbreviazione affettuosa di “amore”. Alcune frasi gergali meno conosciute includono “abbuco”, “bibbi”, “bae” e “simp”, che richiedono una certa dimestichezza con lo slang per comprenderle.

Si impara su Internet e sui social

Ma dove si impara lo slang? Secondo il 59% degli intervistati, lo slang viene assorbito da Internet o dai social media, mentre il 43% lo apprende dagli amici e il 18% dalla famiglia. Sebbene il 13% degli italiani pensi che sia appropriato utilizzare lo slang anche in contesti professionali, solo il 4% avrebbe il coraggio di farlo davanti al proprio capo.

Ogni generazione ha il suo linguaggio

In conclusione, l’indagine evidenzia una disparità di comprensione e utilizzo dello slang tra le diverse generazioni. Mentre i giovani si esprimono liberamente con il loro linguaggio informale, molti adulti faticano a seguirli e considerano queste espressioni estranee e poco comprensibili. Tuttavia, è importante sottolineare che l’utilizzo dello slang può variare a seconda del contesto e delle relazioni interpersonali, e che ogni generazione ha il suo modo di comunicare e di esprimersi.